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Psicologia
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Fisico e Psichico nella sofferenza dermopatica
Indice
di Federica Elia
Pensiamo a ciò che di più profondo possediamo…a qualcuno verrà forse in mente l’anima, o il cuore, o il respiro, la nostra essenza più intangibile.
Pensiamo adesso, invece, a ciò che di più superficiale abbiamo…in molti penseranno alla PELLE.
La nostra pelle ci riveste, ci fa da involucro.
Eppure queste due polarità – profondo vs superficie – si evidenziano come tutt’altro che scisse nel momento in cui la nostra pelle si ammala, soffre, invia segnali di aiuto, provoca dolore, prurito, disagio. E’ allora che diventiamo più sensibili a domande come: “Cosa mi sta succedendo? Perché proprio adesso la mia pelle sta cambiando aspetto? In che rapporto è il mio stato interiore con la mia superficie?”
La medicina psicosomatica: corpo e mente in connessione
Ufficialmente, la medicina psicosomatica si afferma negli anni ’40, ma il tema del rapporto fra mente e corpo è antico e tutt’ora aperto, suscettibile nei confronti di contributi trasversali a varie discipline scientifiche ed umanistiche.
Tutta l’opera di Ippocrate (padre della medicina occidentale – 450 a.C. circa) è improntata alla visione olistica del malato, nel tentativo di integrare le concezioni organiciste (osservazione dei fenomeni esclusivamente somatici) con quelle più filosofico-umaniste.
Già nella cultura greco-romana l’importanza della salute dell’anima e della mente per la salute del corpo è un tema ricorrente; è di Giovenale (55d.C./140d.C.) il noto detto “Mens sana in corpore sano”.
La contraddittoria dialettica fra il taglio più oggettivo e dedito allo studio della fisiologia del corpo umano da un lato, ed il taglio più attento alle correlazioni fra corpo e stati interni dell’individuo dall’altro, raggiunge il suo apice nel passaggio dall’Illuminismo al Romanticismo, rispettivamente orientati alla fiducia nella scienza ed all’introspezione sentimentale. Nel ‘900 si avviano vari tentativi di sintesi fra le due polarità, ma è solo con l’avvento della Psicanalisi di Freud che prende il via l’esplorazione dei meccanismi inconsci legati alla malattia fisica e psicosomatica: ci avviciniamo così all’idea di una entità mente/corpo come una Unità.
Partiamo dal presupposto che il termine Psicosomatica è di per sé discutibile, in quanto allude ad un dualismo di stampo cartesiano che implica una separazione fra mente e corpo, ormai in larga parte superata in favore di una visione globale dell’uomo. Mente e corpo sono infatti talmente in relazione di reciproca interdipendenza , che potremmo dire che costituiscono una sola cosa.
La pelle, specchio del mondo interiore
Dal punto di vista psicodinamico, la pelle stabilisce cosa è “Dentro” e cosa è “Fuori”, è limite, è confine, è individuazione del Sé rispetto all’Altro-da-me , ma , attraverso il contatto ed il tatto, è anche legame, unione, rapporto, vicinanza, a volte dolorosa fusione.
Una pelle lacerata è spesso simbolo e segnale di uno strappo interiore, di una separazione in tempi non maturi, dove il tempo non è solo quello cronologico ma anche quello psicologico e soggettivo.
Ecco allora che la pelle si fa termometro emotivo, attraverso il quale traspare lo stato interiore della persona dermopatica (etimologicamente “che soffre nella pelle”): la sua superficie segnala come quella persona stia.
Telegrafo per il mondo esterno e specchio per il mondo interno, la nostra pelle porta in sé le tracce della storia dell’individuo con i significati affettivi ad essa associati: sentirsi sporchi, colpevoli, indegni, bisognosi di perdono, di amore, di coccole e protezione.
La ricchezza dei significati semantici della pelle è pressocchè infinita…basterebbe ascoltare un uomo parlare delle proprie cicatrici per rendersene conto.
Penso che il corpo sia come un libro su cui scriviamo la storia delle nostre emozioni; quando vissuti di angoscia e sofferenza vengono cancellati dalla coscienza, essi possono essere scaricati sul corpo.
Ciò avviene spesso in mancanza della possibilità di elaborare e mentalizzare gli stati emotivi, l’ambiente psico-affettivo della persona sofferente, i vissuti relazionali, ossìa gli aspetti interiori, con una conseguente deviazione e canalizzazione sul corpo-pelle dei conflitti e/o nodi irrisolti: quello che non si può dire né pensare lo si agisce nel concreto del linguaggio corporeo.
Pelle e psicologia: un incontro al centro La Fenice
Il centro LA FENICE propone un incontro in cui aprire un confronto ed una riflessione condivisa su queste tematiche, grazie ad un dialogo fra chirurgo plastico, psicoterapeuta e pubblico partecipante.
L’appuntamento è previsto per domenica 27 ottobre 2019, alle ore 16.00 presso il Centro di psicologia e psicoterapia La Fenice, in Circonvallazione Trionfale 145, 00195 Roma, zona Prati.
Osservare un paziente senza ascoltarlo è come guardare un video senza audio. Viceversa, ascoltarlo senza osservarne i segni fisici della sua sofferenza è come sentire un racconto senza immagini visive.
Dalla collaborazione fra il chirurgo plastico che osserva e lo psicoterapeuta che ascolta intendiamo avvicinarci all’esperienza del paziente dermopatico in una visione completa che ne rispetti a pieno il vissuto, per comprenderlo e curarlo senza invaderlo. Integrando le nostre modalità di prenderci cura della persona, sosteniamo e favoriamo il processo di recupero dell’integrazione e coesione mente-corpo dell’individuo che a noi si affida in un momento così delicato della propria vita.
Fra gli argomenti trattati, troverà ampio spazio l’esteso capitolo dell’ invecchiamento cutaneo, con i risvolti psicologici ad esso associati, a cura del dottor Fabrizio Di Salvio. L’evento è aperto a tutti coloro che si vogliano avvicinare e desiderino approfondire quest’area di confine fra “FUORI” e “DENTRO” che è la nostra pelle.
Appuntamento domenica 27 ottobre alle ore 16.00
Centro di Psicologia e psicoterapia La Fenice
Circonvallazione Trionfale 145, 00195 Roma
Ingresso Libero e Gratuito