Ansia: cos’è e come sfocia in disturbo di panico
L’ansia è un’emozione naturale e utile all’adattamento. Rappresenta un’alleata nel momento in cui bisogna affrontare una prova, un esame o una situazione in cui è necessaria una notevole dose di attenzione e concentrazione. Una certa quota di ansia è dunque utile nella quotidianità ma quando è eccessiva e assume un andamento continuo e non più circoscritto a singoli episodi, divenendo la modalità con cui si affrontano la maggior parte delle circostanze, può essere definita patologica. Come tutti i disagi emotivi, l’origine dell’ansia è attribuibile a fattori psicologici personali e alle precoci esperienze di vita che il bambino vive nella relazione con i propri genitori.
L’attacco di panico e le sue caratteristiche
L’attacco di panico può essere definito come un momento di intensa paura o disagio che può insorgere del tutto inaspettatamente di fronte a qualcosa che viene percepito come un pericolo: si tratta, in effetti, di una degenerazione dell’ansia che esplode all’improvviso e paralizza completamente chi ne soffre. Generalmente l’attacco di panico si caratterizza proprio per l’intensità della sensazione di ansia provata e per la breve durata della crisi, che non attenua però la gravità del disturbo. Chi ha un attacco di panico per la prima volta difficilmente lo dimentica poiché esso si manifesta in modo imprevisto e violento e, sebbene porti con sé una serie di sintomi, riconoscerlo non è cosa facile.
I sintomi dell’attacco di panico
Quando si viene colpiti da un attacco d’ansia, molti sono i segnali che potrebbero preannunciarlo. Tra gli altri troviamo:
- dolore al petto
- palpitazioni e tachicardia
- sensazione di soffocare o di non riuscire a respirare
- capogiro e vertigini
- sensazione di non riuscire a mantenere il controllo della situazione e paura di impazzire
- derealizzazione, cioè percezione alterata del mondo intorno a sé, sentito come irreale
- depersonalizzazione, cioè sensazione di estraneità rispetto a sé, i propri pensieri o il proprio corpo
- brividi o vampate di calore
- tremori o forti scosse
- parestesie (sensazione di paralisi e formicolio agli arti)
Non è detto però che uno o più di questi segnali si manifestino durante un attacco di panico. Numerose sono le situazioni in cui l’esperienza del singolo individuo è contrassegnata soltanto da alcuni sintomi; anche per quel che riguarda frequenza e gravità la casistica è piuttosto varia. In alcuni individui, ad esempio, le crisi possono verificarsi con frequenza moderata, con brevi attacchi di panico che si scatenano con regolarità; altri, invece, potrebbero soffrire di attacchi più frequenti per un certo periodo, poi seguiti da lunghi periodi di relativa tranquillità in cui il disturbo sembra essere stato arginato. L’insorgenza dell’attacco di panico è spesso legata a momenti di forte stress o a cambiamenti improvvisi della propria vita (lutti e perdite, matrimonio, separazione, perdita del lavoro o problemi economici) che hanno una forte influenza sulle condizioni psichiche.
Diagnosi del disturbo di panico e conseguenze
Sono sufficienti appena due episodi perché si possa procedere con la diagnosi di disturbo di panico, che si classifica tra i disturbi d’ansia ed è contraddistinto dalla presenza di attacchi ricorrenti, seguiti da un periodo piuttosto lungo (almeno un mese) in cui il soggetto si preoccupa per la possibilità che la cosa si verifichi nuovamente. È proprio questo, forse, il male peggiore associato al disturbo di panico: la preoccupazione che ne consegue e che determina un circolo vizioso.
La paura di avere una nuova crisi, il timore che questa sensazione di angoscia sia legata ad un problema fisico o ad una malattia, fanno sì che chi ne soffre sviluppi delle condotte di evitamento. Si comincia a temere di non poter guidare la macchina, di non poter viaggiare in aereo, di non essere in grado di gestire le situazioni di stress, di essere colpiti mentre si è a lavoro, a scuola o in un luogo in cui non sarebbe possibile avere aiuto: si finisce in un circolo che si autoalimenta in cui si ha paura della paura stessa e si cerca, allora, di evitare qualsiasi situazione ansiogena. È così che il disturbo di panico sfocia nell’agorafobia, inducendo anche un forte senso di dipendenza dagli altri e di frustrazione per la propria incapacità di affrontare le situazioni del quotidiano. Durante l’attacco di panico, inoltre, i nostri pensieri si modificano, veniamo colti da una serie di idee catastrofiche che fanno perdere la lucidità e accrescono la sensazione di disagio.
Curare gli attacchi di panico
Ansia e attacchi di panico sono un problema diffuso e la miglior cura da intraprendere è sicuramente una psicoterapia che consenta di comprendere il vissuto emotivo alla base del disturbo e di riflettere in maniera consapevole su di sé. Il ricorso ad una terapia di tipo farmacologico, invece, non rappresenta un intervento adeguato, limitandosi ad attenuare il sintomo.
Psicoterapia a Roma Prati per ansia e attacchi di panico
Presso La Fenice, centro di psicoterapia a Roma Prati (Circonvallazione Trionfale 145, 00195) potrai trovare psicologi e psicoterapeuti esperti nel trattamento dell’ansia e degli attacchi di panico. Gli psicoterapeuti del centro sono iscritti all’Ordine degli psicologi del Lazio e abilitati all’esercizio della professione.
Ansia e attacchi di panico, infografica riassuntiva
La presente infografica è frutto del lavoro del Centro di psicologia e psicoterapia La Fenice. Ne è consentito l’utilizzo previa citazione della fonte di origine tramite link.