Disagio emotivo e depressione post parto

La maternità è un’esperienza complessa che porta con sé un universo intero di nuove emozioni, a partire dalla gravidanza, passando per il parto e per tutta la vita. In particolare la gravidanza determina una gran quantità di cambiamenti fisici, biologici, intrapsichici, relazionali che sono naturali ma possono mettere a dura prova il benessere e l’equilibrio della donna. Il periodo immediatamente dopo il parto in alcuni casi può essere caratterizzato da uno stato di disagio, che sfocia in quella che viene definita depressione post partum, una problematica che coinvolge tra il 10 e il 15% delle donne.

Bisogna evidenziare che leggeri sintomi di depressione, quali crisi di pianto incontrollato e ansietà, sono piuttosto diffusi, tanto da coinvolgere circa il 70% delle neomamme che sperimentano quello che è stato definito da Donald Winnicott baby blues, dove “blues” sta ad indicare quel senso di malinconia che caratterizza il fenomeno. Il baby blues ha una durata piuttosto contenuta e si risolve nel giro di quindici giorni, senza che vi sia necessità di particolari cure.

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La depressione post partum è, invece, un disagio prolungato di natura psicologica, che può insorgere in un momento qualsiasi dei 12 mesi successivi al parto e durare anche un anno; spesso, dà i propri segni anche durante il periodo della gravidanza: circa il 40% delle donne che manifesta la depressione dopo la nascita del figlio, risulta essere stata depressa anche nel periodo antecedente.

 

I sintomi più diffusi del disagio emotivo post parto

La depressione post parto può essere diagnosticata nel momento in cui si verifichi l’insorgenza di alcuni specifici sintomi, che determinando serie difficoltà nella vita quotidiana. I sintomi più diffusi del disagio emotivo post parto e ai quali bisogna prestare attenzione sono:

  • insonnia (astenia) o eccesso di sonno
  • perdita dell’appetito
  • irritabilità
  • forti sbalzi d’umore
  • ritiro ed isolamento sociale
  • difficoltà a relazionarsi e prendersi cura del neonato
  • timore di arrecare danno al bambino o a sé stessa

Nel caso in cui questi sintomi si prolunghino nel tempo è opportuno rivolgersi ad uno specialista: la depressione post partum sottovalutata o non adeguatamente trattata può divenire cronica, influendo negativamente sulla relazione madre-bambino, con conseguenze pesanti per l’intero nucleo familiare e in particolare per lo sviluppo sociale e intellettivo del bambino, dipendente proprio dal clima emotivo con il quale viene a contatto e dalle prime esperienze di vita.

Fattori di rischio per la depressione post partum

Esistono diversi fattori di rischio che possono determinare o facilitare l’insorgenza di questo tipo di problematica, alcuni di tipo biologico, quali l’alterazione ormonale legata al parto, altri di tipo psicosociale come:

  • episodi di ansia o depressione in gravidanza
  • storia personale o familiare di depressione
  • eventi traumatici nell’ultimo anno
  • conflitti coniugali
  • isolamento sociale
  • condizioni socio-economiche difficili

Per la depressione post partum è indicata come forma di trattamento sia la terapia individuale che quella di gruppo, in special modo con donne che sperimentano la stessa problematica: questo tipo di intervento offre numerosi vantaggi non solo dal punto di vista economico ma anche perché consente alle neomamme di condividere un percorso e di non sentirsi sole nell’affrontarlo.

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