La disforia di genere, anche detta disturbo dell’identità di genere, è una condizione caratterizzata da malessere e sofferenza provata da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico.
Chi ne soffre percepisce la propria identità di genere diversa dal sesso biologico.
Sesso biologico e identità di genere
Indice
Il sesso biologico viene determinato da caratteristiche genetiche, ormonali e anatomiche che definiscono l’appartenenza al sesso maschile, al sesso femminile o a una condizione intersessuale. In quest’ultimo caso si ha a che fare con una serie di situazioni in cui non è possibile stabilire in modo preciso e univoco se l’individuo è maschio o femmina. C’è il caso dell’ermafroditismo, molto raro ma esistente negli esseri umani, in cui si presentano contemporaneamente gli apparati sessuali maschili e femminili. Una condizione che si può verificare in quelli che vengono chiamati disordini della differenziazione sessuale come la sindrome adreno-genitale o la sindrome di Morris.
L’identità di genere, invece, è la cognizione soggettiva di appartenere a un certo sesso. È il modo in cui l’individuo percepisce sé stesso come maschio, femmina o con un altro termine (per esempio non binario). Il genere, in particolare, si riferisce a caratteristiche determinate da fattori culturali, sociali e psicologici che definiscono i comportamenti considerati maschili e femminili, da uomini e da donne. In ciascun contesto socio-culturale, l’individuo riceve segnali espliciti e impliciti su cosa significhi essere uomo o donna.
Quando sesso e identità di genere non si allineano
Per la maggior parte delle persone tra sesso biologico e identità di genere c’è allineamento. Generalmente questi due aspetti coincidono. In alcuni casi, però, non è così. Ci sono persone nate come uomini, con caratteristiche maschili, che si percepiscono e vivono come donne e altre che, pur avendo un aspetto e caratteristiche biologiche femminili, sentono di appartenere al genere maschile. Altri ancora sentono di non appartenere a nessuno dei due generi.
Questa contraddizione tra sesso e genere può portare a profonda sofferenza, ansia, depressione e altri disturbi di natura psicologica oltre a difficoltà di inserimento in ambito sociale e lavorativo. È proprio questa sofferenza a essere definita nel DSM-5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, come disforia di genere.
Per poter diagnosticare la disforia di genere, il manuale suggerisce una serie di criteri. Devono esserne presenti almeno 2 e per un tempo di almeno 6 mesi.
- Marcata incongruenza tra genere esperito e caratteristiche sessuali primarie/secondarie
- Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie o secondarie a causa della marcata incongruenza con il genere esperito
- Forte desiderio delle caratteristiche sessuali del genere opposto
- Forte desiderio di appartenere al genere opposto
- Forte desiderio di essere trattato come individuo del genere opposto
- Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici del genere opposto
I primi sintomi di una disforia di genere possono manifestarsi fin dall’infanzia. Nei bambini si osservano comportamenti come desiderio di indossare abiti e giocare con giochi generalmente associati all’altro genere, insofferenza verso i propri genitali e desiderio di sbarazzarsene, disagio nei confronti dei cambiamenti del proprio corpo associati allo sviluppo durante la pubertà.