BY: admin
Psicologia
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Negli ultimi anni la parola Crisi è entrata con forza nel parlare quotidiano e sempre più spesso sentiamo discutere di crisi economica e delle mille implicazioni che questa parola comporta nella vita delle persone. Meno spesso vengono però approfondite le conseguenze psicologiche che la crisi comporta: perdere il lavoro, faticare nella ricerca di un impiego adeguato, fare turni massacranti e sicuramente poco gratificanti, tutto ciò tende a modificare lo stile di vita di una persona, cambiandone i ritmi, i progetti ed influenzandone i bisogni e le preoccupazioni. A cambiare è la percezione che la persona ha di sé, l’immagine che può e che deve trasmettere agli altri. L’individuo non si riconosce più in un ruolo, nel ruolo sociale che il lavoro trasmette a se stessi e agli altri. Secondo Freud “la salute psichica corrisponde alla capacità di lavorare ed amare”.
Noi tutti costruiamo un’immagine di noi fondata in gran parte sul ruolo che ricopriamo il quale, oltre a conferire una dignità personale, permette anche di strutturare una maggior sicurezza e fiducia in noi stessi.
Non avere un impiego, non riconoscersi in un ruolo, crea seri danni all’autostima di una persona comportando paura, ansia ed angoscia, oltre ad un senso di inadeguatezza verso stessi e verso la propria famiglia. Ansia, attacchi di panico, agitazione, disturbi del sonno e depressione sono tra le conseguenze più immediate e spesso inevitabili, degli stati di malessere sociale e personale sopra descritti.
Crisi e malessere: l’incapacità di vivere
Disturbi di ansia e attacchi di panico sono sempre più diffusi ed anche le richieste di aiuto sono in aumento. L’individuo che soffre di un tale disagio si sente pervadere da agitazione, irrequietezza e tensione continua. L’ansia è spesso diffusa e generalizzata per tutto il corso della giornata, facendo percepire nell’individuo un senso di allerta continuo. È proprio questa sensazione che pone la persona in contatto continuo con la paura, la quale assume contorni spesso inaffrontabili e spaventosi. Tutto fa paura, tutto quello che prima “funzionava” ora non “funziona” più. Può accadere che cercare lavoro, andare a lavoro, frequentare gli amici e spesso anche semplicemente uscire di casa, diventino imprese impossibili o comunque portate a termine con grande fatica.
È in queste situazioni che risulta fondamentale attivare le proprie risorse, rivolgendole alla cura di se stessi, e questo spesso avviene attraverso il confronto con il proprio medico che provvede ad un intervento farmacologico. Sempre più in aumento sono infatti le prescrizioni di ansiolitici o di antidrepressivi. A questo tipo di aiuto è però importante affiancare la presenza di un adeguato supporto psicologico o l’avvio di un percorso di psicoterapia.
Nella relazione terapeutica sarà infatti possibile affrontare i disagi causati dal momento presente e cercarne, dove necessario, le radici in eventi del passato. Il lavoro svolto all’interno di un percorso analitico ha come obiettivo quello di attivare le risorse del paziente in un’ottica costruttiva e progettuale. La psicoterapia guida il paziente nella ricerca di sé stesso con il fine di trovare nuovi equilibri e modalità comunicative e relazionali sentite dalla persona come autentiche e spesso nuove migliorando il rapporto con se stessi e con gli altri.
L’aiuto psicologico può essere necessario in qualunque momento della vita di una persona nel tentativo di mettere in discussione aspetti di se e nell’ottica di un raggiungimento di un benessere psicofisico. Crisi lavorative, crisi di coppia, cambiamenti, gravidanza, nascita di un figlio, separazioni, malattie, sono tutte situazioni di vita tanto comuni ma spesso tanto difficili da affrontare senza un valido aiuto.
La relazione terapeutica, basata su un’alleanza ed una fiducia reciproca tra paziente e terapeuta, permette di prevenire e curare disagi connessi al vivere quotidiano.
Per concludere torniamo alla parola Crisi. L’etimologia di crisi deriva dal greco Krino: separare, cernere, in senso più lato, discernere, valutare. Distaccandoci dall’uso comune di questa parola, che la vede con un’accezione negativa poiché indicativa di un peggioramento, riflettiamo sulla sua etimologia, nella quale è possibile cogliere un aspetto positivo relativo alla riflessione e alla valutazione. La crisi può quindi rappresentare un momento di evoluzione, una rinascita, una situazione in cui vecchie certezze, limiti e confini vengono messi in discussione per riadattarsi ad un nuovo momento di vita e in tal senso la psicoterapia può essere un valido strumento per facilitare questo processo.
La crisi come momento di evoluzione
ultima modifica: 12/07/2015
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