BY: admin
Psicologia
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Un bambino per crescere bene non ha bisogno soltanto di beni materiali (il cibo, i vestiti etc.) ma anche di alcuni elementi essenziali a un sano sviluppo della propria personalità.
Tra questi elementi fondamentali c’è la possibilità di avere una base sicura, concetto che si lega alla teoria dell’attaccamento di Bowlby. In poche parole, il bambino deve poter percepire che la famiglia è un luogo sicuro, in cui si sente curato e protetto. Un luogo caratterizzato da pace e serenità.
Quando la possibilità di avere una base sicura viene meno, nel bambino possono svilupparsi problemi psicologici di varia natura e gravità. Si va dall’ansia, alla depressione, all’aggressività, arrivando anche a disturbi della personalità come il disturbo borderline. Dipende dalle caratteristiche della famiglia all’interno della quale è cresciuto.
Uno degli elementi che priva il bambino di una base sicura è rappresentato proprio da una particolare modalità di interazione tra i genitori, caratterizzata dal litigio continuo e dal conflitto. Non è il singolo litigio, un fatto isolato, a cui assiste il bambino a causare un trauma, ma la continua esposizione a questo tipo di dinamica. Il trauma si genera quando il bambino è letteralmente immerso in una dimensione conflittuale, respira e assimila questo modo di relazionarsi tra i genitori.
Cosa accade nella mente del bambino quando i genitori litigano sempre?
Indice
Quando un figlio assiste al conflitto costante tra i genitori, il bambino non sente più la casa, intesa sia come luogo fisico che come luogo mentale, come sicura. Non è più un nido in cui sentirsi accolti, protetti, in armonia. Il bambino, di conseguenza, perde la propria base sicura.
Alcuni effetti di questa perdita si vedono soltanto a lungo termine.
Ma il bambino esprime il disagio che vive in modi diversi. Spesso, il malessere che prova si riflette nell’ambito scolastico. Si può notare che ha difficoltà di concentrazione, non riesce a seguire le spiegazioni degli insegnanti, si distrae spesso. Questo tipo di comportamento fa pensare a al disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Ma scavando più a fondo si comprende come è proprio quanto vissuto a casa che causa nel bambino ansia e stress che gli impediscono di mantenere un livello di concentrazione adeguato.
Vivere in una dimensione familiare inadeguata e psicologicamente patologica incide sul benessere del bambino.
Inoltre, la dinamica conflittuale in famiglia comporta dei pesanti danni all’autostima del bambino.
Per capire come, occorre fare un passo indietro. Occorre considerare che l’essere umano, qualsiasi essere umano, è la somma degli incontri emotivamente significativi che ha avuto nel corso della propria esistenza. Tra questi, quello fondamentale, il più importante, è l’incontro con le proprie figure primarie di riferimento, i genitori. Il bambino, per dare forma alla propria singolare personalità di individuo, interiorizza il modello della madre e del padre, si identifica con loro.
Ma, allora, se la mia identità si fonda sui modelli di madre e padre, cosa accade quando vivo in una famiglia nella quale mio padre insulta, svaluta, offende mia madre e viceversa?
Accade che quegli insulti, quelle ingiurie, le grida, le offese vengono ricevute dal bambino come fossero rivolte contro di lui. Questo tipo di dinamica relazionale ferisce il bambino nella sua autostima. Tutto questo, nel figlio si traduce in insicurezza, ansia, bassa autostima, difficoltà a relazionarsi con altri bambini, disturbi dell’apprendimento. Spesso i genitori portano il bambino dallo psicologo perché sono state segnalate delle difficoltà scolastiche, ma si scopre che il sintomo del figlio è il sintomo del problema nella famiglia.
Il bambino sente di non avere dei punti di riferimento saldi, è smarrito.
Come prevenire il disagio nei figli?
Fare qualche seduta di psicoterapia prima di fare il grande passo e mettere al mondo dei figli: è questo il consiglio per prevenire situazioni di profondo disagio.
Questo suggerimento nasce dalla consapevolezza che molte coppie che hanno raggiunto un equilibrio nella propria relazione, si trovano a perdere quella stabilità nel momento in cui da due si diventa tre. Diventare genitori è un’esperienza complessa e spesso la genitorialità ci mette in contatto con esperienze del passato e parti di noi che avevamo rimosso fino a quel momento.
Quando si diventa madre o padre può accadere che si riaprano vecchie ferite, conflitti non risolti, traumi del passato rimasti nascosti per tanto tempo. Quando questi elementi riemergono, la coppia che aveva trovato un proprio assetto può entrare in crisi e questa crisi può sfociare in quelle modalità comunicative e relazionali che abbiamo visto in precedenza: insulti, grida, violenza verbale.
Ai partner che intendano avere dei figli e formare una famiglia è consigliabile avere qualche colloquio propedeutico con lo psicoterapeuta. Un colloquio che è un momento di preparazione al grande salto e che consente di individuare eventuali problematiche sopite, difficoltà e disagi che potrebbero esplodere con l’arrivo di un figlio.
Il terapeuta può fornire un importante sostegno alla genitorialità poiché il professionista esperto è in grado di elaborare i motivi alla base del conflitto, aiutare a trovare la corretta modalità per gestire il rapporto e questo avrà una ricaduta terapeuta anche sul bambino.