BY: admin
Psicologia
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Come potremmo definire una persona psicopatica? Sostanzialmente si tratta di colui o colei che infrange le regole senza provare alcun senso di colpa o rimorso per l’azione commessa.
È un disturbo caratterizzato dal comportamento antisociale e dall’assenza di empatia. Esistono diversi gradi di questo elemento della personalità che può presentarsi in forma lieve oppure più accentuata, fino a sfociare nella patologia conclamata.
In alcuni casi, questo elemento della personalità viene persino valorizzato nell’ambito della selezione del personale. Nel caso si ricerchi qualcuno che faccia lavoro impiegatizio o di fascia media, solitamente si selezionano individui che abbiano un profilo di psicopatia piuttosto basso.
Ma quando si ricerca un profilo manageriale, di solito si scelgono individui con un picco nell’elemento di psicopatia più alto della media, anche se sempre in una dimensione non patologica.
Cosa influenza la formazione di una personalità psicopatica?
Indice
Possiamo dire che non esiste un accordo preciso tra esperti e studiosi riguardo l’origine della psicopatia e le sue cause. Ci sono diverse storie di vita e dinamiche che possono portare alla costituzione di questo disturbo. Non si può parlare di una causa unica né di un’origine certa e univoca della psicopatia.
In questo articolo tratteremo soltanto un aspetto, una delle possibili dinamiche che stanno alla base della formazione di una personalità psicopatica.
Spesso si tratta di persone che, nel corso della propria infanzia, durante i primissimi anni di vita, durante i quali prende forma la personalità individuale, hanno sperimentato un fortissimo senso di colpa. Il sentimento di colpevolezza e il rimorso sono stati così forti da rischiare di mettere in crisi la struttura dell’io dell’individuo.
Si tratta di una situazione nella quale si attivano in modo inconscio e automatico dei meccanismi di difesa che consentono all’individuo di non venire travolto completamente da quel sentimento. In particolare è il meccanismo della scissione a entrare in gioco, in modo tale che il senso di colpa viene scisso, l’aspetto emotivo viene totalmente eliminato.
Questo spiega una caratteristica della persona che manifesta psicopatia: è un individuo che resta perfettamente lucido nel constatare quel che sta accadendo, sa cosa sta facendo ma non sente il morso della coscienza. L’aspetto emotivo è del tutto assente, non c’è empatia. E proprio per questo appare più lucido di un individuo che non soffre di questo disturbo poiché l’emozione spesso offusca il giudizio e gli aspetti cognitivi.
Dove nasce il senso di colpa che viene scisso?
Il forte senso di colpa che determina la scissione alla base di questo elemento di personalità nasce da due condizioni.
Innanzitutto da un’esperienza di abbandono vissuta in infanzia. È necessario evidenziare il fatto che quando si parla di abbandono, non ci si riferisce soltanto a bambini lasciati fisicamente da soli.
L’abbandono ha a che fare con la trascuratezza, l’incapacità di rispondere ai bisogni del figlio in termini di affetto, vicinanza, calore. Di fronte a questa situazione, il bambino non può mettere in discussione il genitore, che viene sempre visto come un punto di riferimento e una guida. Non riesce ad attribuirgli una colpa. Per questo riversa tutte le sensazioni negative su sé stesso, attribuendosi la responsabilità del comportamento distaccato del genitore. Si sente inadeguato e matura un forte senso di colpa, percepisce di non essere abbastanza, di non valere.
Se a questo elemento si aggiunge anche una forte severità del genitore, con rimproveri eccessivi che colpiscono duramente il bambino, si crea un vero e propri mix letale.
Per non andare incontro alla depressione e riuscire a mantenere un equilibrio interno, evitando il crollo emotivo, l’individuo si trova nella condizione di dover scindere il sentimento di colpa che prova.
Questa dinamica può dare luogo a due tipi di personalità.
In caso, ci si trova di fronte a una persona che reprime completamente il proprio sé, inibita, che ha perso il contatto con il proprio desiderio, la vita interiore.
Oppure si sviluppa la personalità psicopatica, nel caso in cui ci sia stato un vissuto di violenza e rabbia. Quando a questi elementi si aggiunge anche la percezione profonda di un grande vuoto interiore, si evidenzia la tendenza al furto, che viene interpretato come un mezzo di risarcimento, un modo per riempire quel vuoto, colmare l’assenza.
La psicopatia è un disturbo egosintonico
Purtroppo questo tipo di disagio psichico ha una prognosi piuttosto difficile.
La psicoterapia risulta efficace quando il paziente si manifesta un disturbo egodistonico, manifestando quindi pensieri e comportamenti che non sono in armonia con l’io, non sono coerenti con l’immagine che si ha di sé e provocano quindi un disagio vero e proprio.
La psicopatia, però, è un disturbo di tipo egosintonico, si presenta in armonia e coerenza con i bisogni dell’io. C’è un equilibrio con il proprio sé, non si sente un vero e proprio disagio per la propria condizione. La tensione è tra l’individuo e la società, non con sé stesso.
È utile, comunque, capire le origini profonde e le dinamiche sottostanti a questo disagio psichico perché in questo modo, di fronte a una persona psicopatica possiamo percepire la compassione piuttosto che il pregiudizio basato soltanto sull’osservazione di un comportamento che ci appare antisociale e folle.