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Psicologia / Psicoterapia
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La psicoterapia esistenziale: origine e caratteri
La psicoterapia esistenziale deve la sua origine alla fruttuosa combinazione di due tradizioni psicologiche: da un lato l’antropologia filosofica e dall’altro la fenomenologia di Edmund Husserl, che va a costituirne il fondamento metodologico attraverso l’idea che il luogo più appropriato per studiare l’essere umano sia la coscienza stessa. Questo tipo di approccio focalizza l’attenzione sulle potenzialità individuali di ciascun essere umano, non considerandolo come un caso ma concentrandosi sulla sua assoluta unicità. L’angoscia umana, il disagio, derivano da una lotta che tutti si trovano a dover affrontare, quella con le questioni fondamentali dell’esistenza alle quali è impossibile sottrarsi: la morte, la solitudine, la libertà e la mancanza di senso. È evidente come la riflessione filosofica di pensatori quali Heidegger e Sartre abbia influenzato, se non determinato, la nascita di un simile approccio che si concentra sulla persona.
L’approccio del terapeuta nella psicoterapia esistenziale
Per i terapeuti che si rifacciano all’esistenzialismo l’elemento fondamentale della trasformazione in terapia è l’incontro autentico, e irripetibile, tra cliente e terapeuta. Bisogna, infatti, sottolineare con Yalom che “l’orientamento esistenziale non è composto da una serie di procedure tecniche, ma è un atteggiamento verso i fatti della vita inerenti alla condizione umana”; per questo, mutuando quanto elaborato da Carl Rogers nell’ambito della psicologia umanistica, il buon terapeuta dovrebbe disporsi al contatto con il cliente con empatia, congruenza e accettazione incondizionata: l’empatia è necessaria per poter comprendere in prima persona il mondo del paziente, le sue emozioni e sensazioni, pur mantenendo la propria autonomia e la capacità di condurre il processo terapeutico; la congruenza viene espressa come capacità di agire in modo autentico e spontaneo, evitando di interpretare un ruolo o di mettere in atto una finzione, rimanendo sé stesso; l’accettazione incondizionata, invece, si esplica nella predisposizione del terapeuta all’accoglienza e accettazione dell’altro nella sua interezza, sospendendo qualsiasi giudizio.
Psicoterapia esistenziale tra Vecchio e Nuovo Continente
Un aspetto interessante, nell’ambito delle applicazioni della psicoterapia esistenziale, è la profonda differenza che si riscontra tra i terapeuti del Vecchio Continente e quelli del Nuovo. La psicoterapia esistenzialista è stata, per lungo tempo, apprezzata e adottata soltanto negli ambienti terapeutici europei proprio per quell’insistenza sulla morte, la solitudine, la libertà e il senso della vita: sono tutti temi, infatti, variamente approfonditi dai filosofi europei ed è, forse, anche la storia dell’Europa, caratterizzata da limitazioni geografiche ed etniche, guerre e incertezza, ad aver favorito la diffusione di una simile impostazione terapeutica. In America, invece, dove si è sviluppata un’ideologia fondata su ottimismo e pragmatismo, tutta improntata all’espansione senza limiti, il positivismo scientifico ha avuto il predominio. E anche nel momento in cui è nata la cosiddetta “terza forza” della psicologia americana, umanistica o esistenziale, non si è trattato di una semplice importazione di quanto elaborato in Europa, ma di una “traduzione” entro l’orizzonte ideologico e valoriale americano. Così mentre il terapeuta europeo mette in evidenza la dimensione tragica dell’esistenza e parla della necessità di affrontare l’angoscia, accogliendola e comprendendone il valore, sulla scorta della riflessione di Heidegger, l’americano focalizza l’attenzione sulle potenzialità umane, l’autorealizzazione, il senso oceanico. Due prospettive antitetiche che nascono entrambe, però, dal rifiuto di una visione positivistica, meccanicistica, che con la teoria psicanalitica classica riduceva l’uomo ad una semplice e schematica somma di parti, spiegandone il comportamento con il meccanismo di causa-effetto, con la conseguenza nefasta di tagliar fuori ogni riflessione su motivazioni, valori, obiettivi.
Psicoterapia esistenziale: l’unicità dell’individuo
ultima modifica: 18/02/2017
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